Sollecitata dal Consiglio di Stato, l’Antitrust è nuovamente intervenuta a tutela dei consumatori nel mercato libera dell’energia. Pronti nuovi provvedimenti per le compagnie.
Nel mercato tutelato il meccanismo in vigore prevedeva che le tariffe delle bollette di luce e gas fossero stabilite dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera). Dunque i prezzi e i contratti erano decisi dallo Stato, e non dalle aziende.

Lo scopo era quello di tutelare i consumatori più vulnerabili dalle oscillazioni del mercato e dalle pratiche talvolta molto aggressive delle compagnie di luce e gas. Quando è stato liberalizzato il settore energetico, infatti, è nato appunto il mercato libero. Qui le società hanno potuto proporre offerte, tariffe personalizzate e sconti.
Il mercato tutelato ha visto la sua fine ufficiale a gennaio 2025 per tutti tranne che perle famiglie vulnerabili. Ovvero nuclei con persone con disabilità, malati gravi, o con bassissimo reddito.
Dal mercato tutelato a quello libero, confusione e pratiche scorrette
Tutte le famiglie che non rientravano i questa categoria sono passate per forza di cose al mercato libero. All’inizio di quest’anno bisognava quindi scegliere un fornitore. A chi non lo ha fatto è stato automaticamente assegnato a una compagnia tramite aste, come da Servizio a tutele graduali. Il passaggio ha comunque creato una certa confusione.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm o Antitrust) ha individuato alcune compagnie che, puntando forte sull’urgenza e sulla paura di restare senza fornitura, avrebbero indotto le persone a credere che fosse obbligatorio sottoscrivere subito un contratto con la propria azienda. È questo il caso di due società partner di Enel Energia, ovvero Conseed srl e Seed srl.

In sostanza, secondo il Garante le compagnie avrebbero presentato i contratti “in continuità”, sfruttando il fatto che Enel Energia era presente sia nel mercato tutelato sia in quello libero. Inoltre avrebbero utilizzato pratiche aggressive e non sarebbe stato disposto un sistema adeguato di controllo sugli agenti. L’Antitrust aveva perciò sanzionato le compagnie per circa un milione di euro.
Ciò che è accaduto adesso è che il Consiglio di Stato, dopo un ricorso presentato da Conseed e Seed ha parzialmente annullato la decisione del Garante. Secondo i giudici, infatti, anche se la violazione è stata accertata, l’Antitrust non ha motivato in maniera sufficientemente chiara il provvedimento.
L’Autorità ha quindi aperto una nuova istruttoria in cui è chiamata a ricostruire nel dettaglio quanto accaduto. Quattro mesi di tempo per descrivere come le società avrebbero portato avanti, tramite i propri agenti, pratiche scorrette in danno ai consumatori. Il Garante lavorerà anche sulle telefonate ingannevoli, sui messaggi fuorvianti e sui call center aggressivi. L’Antitrust sta inoltre continuando a monitorare la delicata fase di transizione.
 
 




