In molti si stanno chiedendo se conviene investire nei Btp Valore: quanto possono rendere

È tutto pronto per la nuova emissione di ottobre dei Btp Valore, dedicati ai piccoli risparmiatore. La domanda è: è possibile guadagnare investendo nello Stato? Ecco cosa sapere.

Il termine Btp, com’è noto, sta per Buoni del tesoro poliennali. Si tratta di titoli di stato che il nostro Paese emette con una scadenza a medio e a lungo termine. In genere, dai 3 ai 30 anni. Sono di competenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef).

Perché investire nei Btp Valore 2026
In molti si stanno chiedendo se conviene investire nei Btp Valore: quanto possono rendere – PianteeArbusti.it

Materialmente i Btp sono gestiti in collaborazione con la Banca d’Italia e con gli altri istituti di credito che li collocano a disposizione dei clienti. A cosa servono? Quando li si acquista si prestano soldi allo Stato. Quest’ultimo rilascia quindi delle cedole e, alla scadenza, restituiscono ai compratori il capitale iniziale più gli interessi.

I vantaggi principali, rispetto agli altri strumenti finanziari, risiedono nella sicurezza di un prestito allo Stato, in una cedola fissa ogni 6 mesi e nella tassazione agevolata al 12,5%. I fondi derivanti dai Btp sono utilizzati dallo Stato per finanziare servizi come scuola e sanità, infrastrutture, e per rifinanziare il debito pubblico. Tutti li possono comprare: sia privati come risparmiatori e famiglie, banche ma anche investitori esteri.

I Btp Valore 2026 e i piccoli risparmiatori

Questo, in linea generale. I Btp Valore, però, sono dedicati solo ai piccoli risparmiatori. Ciò significa che non possono essere acquistati da fondi o investitori. Così come i Btp principali, anche i Valore sono emessi dal Mef, e si comprano in Posta, in banca o attraverso i servizi di home banking. Non è prevista nessuna commissione di acquisto durante il collocamento, le cedole sono di 3 mesi e poi crescono nel tempo. Ossia, più tempo dura il prestito più si guadagna. Se lo si riscatta alla scadenza c’è anche un premio finale dello 0,8%.

I nuovi Btp Valore attesi tra il 20 ed il 24 ottobre presenteranno però alcune peculiarità. Restano le cedole trimestrali ed il premio fedeltà allo 0,8%, ma la durata sarà di 7 anni. Di per sé ciò non è una novità, ma lo è invece il meccanismo di 3 anni più 2 più 2, mai operato prima dallo Stato. C’è attesa inoltre per i tassi minimi garantiti, che saranno comunicati entro il 17 di ottobre. Tassi che, dopo il periodo di collocamento, potranno restare identici oppure salire.

Perché investire nei Btp 2026
I Btp Valore 2026 e i piccoli risparmiatori – PianteeArbusti.it

Attraverso l’emissione dei Btp Valore di ottobre il Ministero vuole raccogliere tra gli 8 e i 10 miliardi di euro. Si tratta di una strategia vera e propria. È stimato, infatti, che le famiglie italiane abbiano fermi sui conti qualcosa come 1800 miliardi di euro. Lo Stato punta a quei fondi attraverso una manovra “patriottica” riducendo al contempo la dipendenza di Roma da fondi speculativi e investitori dall’estero.

Il valore minimo che si può investire sarà di 1000 euro e il guadagno, al momento, è valutato tra il 3,4 ed il 3,5% sui Btp Valore, rispetto al 3% circa dei Btp classici. Il rendimento medio lordo, considerando tutti i 7 anni della scadenza, sarà del 3,45% e quello netto del 3,02%. Abbiamo già visto i vantaggi di prestare soldi allo Stato, ed è bene fare anche una panoramica dei rischi. Su questo capitolo vertono quattro pericoli in particolare, anche se i recenti dati sull’inflazione e le attribuzioni di rating positivi all’Italia da parte delle principali agenzie mondiali potrebbero aver allontanato qualsiasi dubbio.

Il primo rischio è rappresentato dai tassi, che potrebbero incidere qualora si impennassero sul mercato secondario. C’è poi da considerare l’inflazione, che farebbe calare il potere d’acquisto qualora fosse superiore al rendimento. Il rating dell’Italia è un’altra spada di Damocle, con la risalita dello spread. Infine, se è vero che i Btp Valore possono essere rivenduti in qualsiasi momento, dall’altro il prezzo della vendita può essere più basso del 100, ovvero del valore nominale o del rimborso alla scadenza.

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