Questa stangata davvero non ce la saremmo aspettati: il Governo Meloni ha deciso di cancellare due delle misure previdenziali più amate. Vediamo che cosa cambierà dal prossimo anno.
Il Governo di Giorgia Meloni, qualche giorno fa, ha presentato la bozza della futura Manovra di Bilancio: una bozza su c’è ancora molto da discutere e non si escludono, dunque, eventuali modifiche da qui alla fine dell’anno. Il nodo più difficile da sciogliere, come sempre, è quello delle pensioni.

Con la Legge di Bilancio 2026, l’Esecutivo è deciso a portarsi a casa un risultato su cui ormai quasi nessuno sperava: andare oltre alla legge Fornero e consentire a tutti di accedere alla pensione ben prima dei 67 anni. Tuttavia tutto non si può avere anche perché le casse dello Stato hanno risorse limitate e, dunque, qualcosa era necessario tagliare.
A farne la spesa saranno le due misure di pensione anticipata più amate che ci saluteranno alla fine di quest’anno: il Governo Meloni ha deciso di abolirle in quanto comportavano un costo davvero eccessivo. Milioni di lavoratori disperati: soprattutto coloro che avrebbero raggiunto i requisiti necessari proprio nel 2026.
Pensione anticipata: addio alle misure più amate
In Italia le misure di pensione anticipata certamente non mancano: ci sono e sono pure tante. Il Governo Meloni ha, quindi, deciso di dare una bella sforbiciata e di non riconfermare, per il 2026, due delle misure più amate dai lavoratori.

Il 31 dicembre saluteremo non solo il 2025 ma anche Quota 103 e Opzione Donna: dopo anni l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di non riconfermare queste due misure molto amate dai lavoratori ma troppo costose per le casse dell’Inps. Quota 103, soprattutto, rivolgendosi a tutte le categorie di lavoratori ha comportato troppe uscite anticipate dal mondo del lavoro in questi anni: una pugnalata per le casse pubbliche.
Questa misura, infatti, ha consentito a milioni di lavoratori di accedere alla pensione a soli 62 anni anziché a 67, dunque con ben 5 anni di anticipo. Dal 2025 questa possibilità non esisterà più e per accedere alla pensione in anticipo – a meno di non far parte di categorie specifiche- si potrà sfruttare la pensione anticipata ordinaria che consente l’uscita dal lavoro dopo 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o dopo 41 anni e 10 mesi per le donne.
Addio anche a Opzione Donna, misura nata nell’ormai lontano 2004. Opzione Donna, come si può intuire dal nome, si rivolgeva unicamente alla platea femminile e consentiva di accedere alla pensione a 61 anni – 60 nel caso di un figlio, 59 nel caso di due o più figli – con 35 anni di contributi. Dal 2023 era fruibile solo dalle seguenti categorie: caregiver, lavoratrici con invalidità pari o superiore al 74%, disoccupate, dipendenti di aziende in crisi. Anche questa misura, diventata troppo pesante per le casse dall’Inps, ci saluterà alla fine di quest’anno.





