I materiali sostenibili che sostituiscono la pelle sono questi: attenzione quando leggi l’etichetta, non tutti sono pro-ambiente.
Sostenibilità e salvaguardia dell’ecosistema. Sono concetti che dominano il dibattito pubblico da qualche anno. Nel mirino degli ambientalisti, l’industria della moda. Non è una battaglia casuale. È infatti uno dei settori che più provoca un maggiore impatto negativo. Cumuli di tessuti abbandonati, montagne di rifiuti, acquisti compulsivi volti all’accumulo. Qualcuno ha ancora questa abitudine, ma le aziende si sono dovute adeguare alle nuove direttive e soprattutto alle richieste della clientela più sensibile al tema.

Focalizziamoci soprattutto sulla pelle. Il tema dell’alimentazione è più delicato, ma in merito allo sfruttamento degli animali con l’obiettivo di produrre capi di abbigliamento si è sviluppato un sentimento comune più intransigente. Si sono quindi diffusi tessuti sintetici, pensati proprio per sostituire la pelle. Peccato che questi inquinino di più del materiale organico originale. Un capo in finta pelle, per essere veramente sostenibile, deve essere realizzato con i seguenti materiali.
Salva l’ambiente: 12 materiali sostenibili
Le principali alternative sostenibili alla pelle:
- mylo: realizzato in micelio, radice di fungo. Completamente privo di plastica, viene trattato seguendo il medesimo processo di conciatura della pelle;
- reishi: viene ricavato da cellule ingegnerizzate e alimentate con rifiuti agricoli, derivate anch’esse del micelio. È privo di tessuti sintetici;
- mirum: prodotto con piante e minerali. Il materiale può essere riciclato all’infinito;

- pinatex: derivato dei rifiuti dell’ananas, tra questi è uno dei materiali più resistenti;
- vegea: ricavato dagli scarti dell’uva delle industrie vinicole;
- vitrolabs: in questo caso si tratta di pelle animale, ma ne vengono utilizzate pochissime cellule.
I tessuti riciclati promossi dagli ambientalisti:
- circulose: il cotone degli indumenti viene estratto e sciolto in polpa di legno, viene trasformato così in viscosa. Per la realizzazione viene sfruttata energia rinnovabile;
- nucycl: realizzato al 100% in indumenti riciclati.
Materiali che hanno una base biologica:
- kintra: realizzato con gli estratti del mais e del grano. Nasce con l’obiettivo di sostituire definitivamente i tessuti sintetici come nylon e poliestere;
- clarus: realizzato trasformando fibre naturali come cotone, canapa e lana in materiali che presentano le stesse caratteristiche dei tessuti sintetici, come elasticità e comfort;
Tessuti a impronta di carbonio negativa:
- aircarbon: alternativa alla pelle, realizzata seguendo un processo naturale. Gli organismi marini sono in grado di convertire il metano e l’anidride carbonica in una molecola biodegradabile;
- lanzatech: altro materiale “cattura-carbonio”, converte le emissioni di CO2 delle acciaierie in una forma di etanolo, trasformato infine in un filato di poliestere.
 
 




