Scoprire se il partner o un amico è infelice può aiutare a risolvere un problema prima che sfoci in qualcosa di più grave.
Tristezza e felicità sono stati d’animo caratteristici degli essere umani. Oltre ad avere effetti completamenti diversi sui comportamenti e sui sentimenti c’è un’evidente differenza sulle conseguenze a cui possono portare. La gioia infinita è un’utopia certo, ma non sarebbe dannosa. Quando l’infelicità diventa cronica e non si tiene sotto controllo può sfociare in depressione.
La tristezza transitoria è quella che viviamo tutti e che nasce da una perdita, una delusione. Non è negativa nel senso che serve per spingerci a cercare nuove strategie adattative oppure a migliorare una condizione e abbracciare un cambiamento se necessario per stare meglio. Quando questa tristezza progredisce in una forma depressiva allora iniziano i problemi.
Ci si isola dal mondo, si perde ogni interesse, arriva l’insonnia e l’insofferenza costante. Prima che si arrivi a tanto bisogna prendere atto della propria tristezza e aumentare la resilienza per superarla. Il nostro corpo invia segnali così come la mente. Tendenza al pianto, riduzione delle attività sociali, alterazione del ritmo del sonno sono indicatori di tristezza. Anche alcune frasi devono suonare come campanelli d’allarme. Dette da noi o dal partner/amico/familiare.
Considerando che tristezza e depressione sono collegate è bene intervenire in tempo prima di isolarsi dal mondo o prima che il proprio partner o un amico si isolino. Bisogna fare attenzione ad alcune frasi comuni che nascondono segnali di stanchezza emotiva, infelicità o timore.
“Non posso” oppure “Temo di non farcela” sono frasi che denotano insicurezza e scarsa fiducia in sé. Tutto fa paura, il presente, il futuro, il cambiamento, la novità. Ci si blocca, quindi, in un limbo che non permette di vivere serenamente. Attenzione anche a “Succede tutto a me” (impotenza), “Non ho mai avuto le stesse opportunità degli altri” (percezione di inferiorità), “Non me lo perdonerà mai” (sfiducia in sé stesso e nelle proprie capacità).
Sono frasi che possono essere lette come spie emotive volte a indicare che la persona sta affrontando la vita con pessimismo e una tristezza acquisita più o meno evidente. Dove si legge negatività – “Non merito nulla”, “Sono fatto così”, “Non cambierà mai nulla” c’è della tristezza nascosta dietro le parole.
Come si può aiutare il partner o l’amico? Facendogli cambiare prospettiva per tirare fuori la resilienza. Non “Non ce la farà mai” ma “Passo dopo passo posso provarci”. Non “Sono fatto così” ma “Posso migliorare, ripartire ed evolvere”. E invece di sottolineare gli errori si può insegnare a dire “Ce l’ho messa tutta, imparerà da questo e la prossima volta andrà meglio”.
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