Leccio, la pianta pi caratteristica

La lecceta è una pianta sempreverde diffusa e abbondante nelle regioni mediterranee; lo incontriamo sino a 700-1000 m di altitudine; costituisce boschi puri o misti con pini, sughera, corbezzolo, erica, lauro, roverella, orniello, olmo. La lecceta si può considerare la più caratteristica formazione dell’orizzonte mediterraneo.

Tollera condizioni di aridità molto spinte, ed è poco esigente nei confronti di luce e temperatura. Ha accrescimento lento ed è molto longevo, raggiungendo anche mille anni di età.

Il leccio
Leccio, la pianta pi caratteristica – Piante e Arbusti.it

Questa quercia è frequentemente utilizzata come pianta ornamentale molto decorativa, perché sopporta bene la potatura in forme obbligate e si presta anche per alberatura stradale.Il legno, di colore rosso scuro, molto duro e pesante, è difficile da stagionare e da lavorare; è buon combustibile e produce carbone molto pregiato, a elevato potere calorifico(“carbone cannello).

Le caratteristiche del leccio

Il Leccio, conosciuto con il nome scientifico Quercus ilex, è una delle querce sempreverdi più diffuse e caratteristiche dell’area mediterranea. Appartenente alla famiglia delle Fagaceae, è una pianta che da secoli accompagna la storia dell’uomo e che ancora oggi rappresenta un elemento fondamentale dei nostri paesaggi naturali e culturali. In Italia è presente praticamente in tutto il territorio, dalle zone costiere fino alle aree collinari e montane, adattandosi a condizioni molto diverse ma mostrando sempre la sua straordinaria resistenza.

Dal punto di vista morfologico, il Leccio è un albero di grandi dimensioni che in condizioni ottimali può superare i 20 metri di altezza, anche se in ambienti più aridi o poveri di suolo tende ad assumere un portamento più arbustivo. La chioma è fitta e tondeggiante, capace di offrire ombra e rifugio a molte specie animali. La corteccia, inizialmente liscia e grigiastra, con il passare degli anni diventa scura e profondamente fessurata.

Le foglie del Leccio sono tra gli elementi più caratteristici della specie: coriacee, di colore verde scuro lucente sulla pagina superiore e più chiare nella parte inferiore, sono persistenti, cioè non cadono in autunno come accade nelle querce caducifoglie. Possono assumere forme diverse a seconda dell’età della pianta: negli esemplari giovani sono spesso ovali e dentate, talvolta spinose, mentre negli individui adulti tendono a diventare più allungate e intere. Questa variabilità rappresenta un adattamento ecologico che contribuisce alla sua diffusione.

Il Leccio produce fiori discreti, come accade in tutte le querce. I maschili sono raccolti in amenti penduli giallastri, mentre i femminili, più piccoli e isolati, danno origine alle tipiche ghiande, che maturano in autunno. Le ghiande del Leccio, dal sapore leggermente amaro, sono state per secoli una risorsa importante per l’alimentazione animale, soprattutto dei suini, e in tempi di carestia anche per l’uomo.

Dal punto di vista ecologico, il Leccio è una specie straordinariamente resistente. Tollera bene la siccità e i terreni poveri, grazie a un apparato radicale molto sviluppato, ed è capace di rigenerarsi dopo incendi o tagli, emettendo nuovi polloni dalla base. I boschi di Leccio, chiamati leccete, rappresentano uno degli ecosistemi tipici del Mediterraneo: sono ambienti ricchi di biodiversità, rifugio per uccelli, piccoli mammiferi e insetti, e svolgono un ruolo fondamentale nella protezione del suolo dall’erosione.

Dal punto di vista culturale ed economico, il Leccio ha avuto un ruolo rilevante: il suo legno, molto duro e pesante, è stato utilizzato per secoli come combustibile e nella produzione di carbone vegetale, oltre che in falegnameria per oggetti che richiedevano particolare resistenza. Ancora oggi, nonostante il suo uso sia più limitato, viene apprezzato per la qualità e la durata.

In conclusione, il Leccio è un albero che racchiude in sé forza e adattabilità, simbolo della resilienza mediterranea. La sua capacità di resistere al caldo, alla scarsità d’acqua e persino al fuoco lo rende una specie indispensabile per la conservazione degli ecosistemi e per la tutela dei nostri paesaggi. Custodirlo significa proteggere una parte importante della nostra identità naturale e culturale.

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