L’Olivo è caratterizzato da un portamento arboreo, con rametti cilindrici e senza spine. Le foglie sono lanceolate e la drupa ha il mesocarpo molto polposo e ricco d’olio. Viene coltivato intensamente e si può spingere a latitudini leggermente più elevate dell’ Oleastro, ma caratterizzate comunque da un clima mite.
Nelle zone interne con clima continentale abbastanza rigido può essere coltivato ad esclusivo scopo ornamentale in vaso o interrato in luoghi estremamente riparati e con particolari microclimì miti. In questo caso manterrà portamento arbustivo e dirnensioni contenute. L’ Olivo viene coltivato per la produzione della drupa (oliva).

Il legno, molto apprezzato, duro,robusto e di colore bruno rossastro, si presta all’impiego in falegnarneria ed alla produzione di piccoli oggetti di artigianato e come parquet.
Dell’ Olea europaea occorre innanzitutto distinguere due sottospecie: u>Olea europaea oleaster conosciuto con il nome volgare di Oleastro che rappresenta la pianta selvatica e l’ Olea europaeo sativa conosciuto con il nome volgare di Olivoe rappresenta la pianta coltivata.
L’olivo, diffusione e caratteristiche
L’Oleastro è caratterizzato da un portamento per lo più arbustivo, da rametti a volte quadrangolari forniti di spine . Le foglie sono di dimensioni ridotte; nei giovani arbusti le lamine fogliari sono ovali, mentre nelle piante adulte sono lanceolate. La drupa è di piccole dimensioni (1 -2 centimetri).
L’Oleastro è diffuso lungo i litorali, si consocia soprattutto con il Carrubo, creando delle macchie che sostituiscono il Leccio nelle fasce climatiche più calde. Riveste quindi un grosso interesse dal punto di vista paesaggistico e non si deve confondere con l’Olivastro (Phillyrea latifolia) al quale assomiglia. L’Oleastro è inoltre molto longevo ed a lenta crescita, entra nella fascia più termofila della macchia mediterranea, prediligendo terreni argillosi a reazione neutra od alcalina. Non teme la siccità, ma non sopporta il gelo
L’Olivo (Olea europaea sativa) rappresenta una delle piante più emblematiche e riconoscibili del paesaggio mediterraneo. Non si tratta solo di un albero coltivato per la produzione di olive e olio, ma di una vera e propria icona culturale, capace di raccontare la storia dei popoli che, per millenni, hanno vissuto intorno al bacino del Mediterraneo. La sua immagine è legata a concetti di pace, longevità, resistenza e prosperità, tanto da essere diventata un simbolo universale.
Dal punto di vista morfologico, l’olivo è una pianta arborea caratterizzata da rami cilindrici privi di spine e da una chioma densa, spesso irregolare e contorta negli esemplari più vecchi. Le foglie sono lanceolate, di colore verde scuro sulla pagina superiore e argentee su quella inferiore, adattamento tipico delle specie che devono ridurre la perdita d’acqua in climi caldi e secchi. Il frutto, la drupa chiamata comunemente oliva, è caratterizzata da un mesocarpo carnoso e particolarmente ricco di olio, elemento che da sempre ne determina il valore economico e simbolico.
L’olivo è una specie che ama i climi miti e che può essere coltivata con successo non solo nelle zone costiere e collinari mediterranee, ma anche in aree leggermente più settentrionali, purché riparate dal gelo. Nelle regioni interne e più fredde, dove gli inverni sono rigidi, la pianta può essere coltivata a scopo ornamentale, mantenendo dimensioni contenute e un portamento arbustivo. Questa adattabilità ha permesso all’olivo di diffondersi ampiamente, diventando una presenza familiare nei paesaggi rurali italiani ed europei.
Il legno dell’olivo è molto apprezzato: duro, resistente e dalla caratteristica tonalità bruno-rossastra, viene utilizzato per oggetti di artigianato, utensili e rivestimenti, oltre che per parquet di pregio. La sua bellezza estetica, legata alle venature irregolari, lo rende unico e immediatamente riconoscibile.
Dal punto di vista botanico, è importante distinguere due sottospecie di Olea europaea:
L’Oleastro (Olea europaea oleaster), ovvero la forma selvatica, che presenta un portamento arbustivo, rami talvolta quadrangolari e provvisti di spine. Le foglie sono più piccole e le drupe non superano i 2 centimetri di diametro. L’Olivo coltivato (Olea europaea sativa), frutto della selezione operata dall’uomo nei secoli, con foglie più grandi, rami privi di spine e drupe di dimensioni superiori, più ricche di olio.
L’oleastro è diffuso soprattutto lungo i litorali e nelle aree più calde del Mediterraneo, dove si associa spesso al Carrubo e contribuisce a formare macchie vegetali che sostituiscono il Leccio nelle fasce climatiche più termofile. Non va confuso con l’Olivastro (Phillyrea latifolia), con il quale condivide alcuni tratti morfologici. L’oleastro è una pianta a crescita lenta, estremamente longeva e resistente alla siccità, ma non sopporta le gelate intense. Ama i terreni argillosi, neutri o alcalini, e rappresenta un elemento importante della macchia mediterranea.
L’importanza dell’olivo, tuttavia, non è solo naturalistica o agricola, ma anche storica e culturale. Testimonianze archeologiche dimostrano che già millenni fa, nel Vicino Oriente e in Grecia, l’uomo aveva imparato a coltivare questa pianta, selezionando varietà sempre più produttive. L’olio, oltre a essere un alimento prezioso, veniva usato come combustibile per le lampade, come unguento medicinale e in riti religiosi. Ancora oggi, l’olio d’oliva è alla base della dieta mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità.
In conclusione, l’olivo e il suo “fratello selvatico”, l’oleastro, sono molto più che semplici piante: sono simboli viventi della cultura mediterranea, legami concreti tra natura e civiltà, tra passato e presente. La loro presenza nei nostri paesaggi non è solo un fatto estetico o agricolo, ma una testimonianza millenaria della capacità dell’uomo di dialogare con la natura e di trarre da essa risorse fondamentali per la propria sopravvivenza.