Tra gli alberi più affascinanti del mondo, la metasequoia occupa un posto unico. Non solo per la sua imponenza, ma per la straordinaria storia evolutiva che la lega direttamente alle ere geologiche più antiche. Per milioni di anni la si era conosciuta solo attraverso i reperti fossili, poi, a metà del Novecento, un gruppo di botanici scoprì esemplari viventi in alcune vallate della Cina centrale. Da allora, la “conifera che venne dal passato” è diventata simbolo di resilienza e continuità della vita sulla Terra.

La Metasequoia glyptostroboides, appartenente alla famiglia delle Taxodiaceae, è originaria delle regioni montuose e umide della Cina centrale. La scoperta avvenne nel 1941, quando un botanico cinese, Hu Hsen Hsu, ne riconobbe le caratteristiche uniche confrontandola con fossili del Pliocene. La notizia si diffuse rapidamente, suscitando grande interesse nella comunità scientifica mondiale: era stata ritrovata una specie che si credeva estinta da milioni di anni.
<p”>Pochi anni dopo, i primi semi furono distribuiti agli orti botanici di tutto il mondo, dove la pianta si diffuse rapidamente per la sua bellezza, rarità e valore scientifico. Oggi la metasequoia è coltivata in molti paesi a clima temperato, sia a scopo ornamentale che come testimonianza vivente della storia naturale.
Caratteristiche botaniche
Si tratta di una conifera decidua, una rarità tra gli alberi del suo gruppo, che perde gli aghi in autunno dopo averli visti mutare in sfumature di giallo e rosso rame. Può raggiungere i 35 metri di altezza, con tronco diritto, corteccia bruno-rossastra e rami disposti in modo regolare, conferendole un portamento armonioso e slanciato.
Le foglie, aghiformi e piatte, sono disposte in modo opposto sui rametti, una caratteristica che la distingue da molte altre conifere. In primavera la chioma si tinge di un verde tenero e luminoso, mentre in autunno regala uno spettacolo di colori caldi prima della caduta.
I fiori compaiono ad aprile, durante la fogliazione, e sono unisessuali: gli amenti maschili, lunghi e pendenti, producono il polline, mentre quelli femminili, più piccoli e posti all’estremità dei rami, danno origine a strobili ovoidali di circa due centimetri, lunghi e peduncolati.
Habitat e coltivazione
In natura, la metasequoia cresce lungo le rive dei fiumi e nelle valli alluvionali della Cina, dove il terreno è profondo, ricco di sostanza organica e costantemente umido. Non a caso, il suo nome cinese significa “abete d’acqua”, in riferimento alla sua predilezione per le zone fresche e ben irrigate.
In coltivazione si adatta facilmente a climi temperati, purché non eccessivamente aridi. Ama le esposizioni soleggiate e i terreni fertili e ben drenati, ma umidi. È una pianta resistente al freddo e poco soggetta a malattie, ideale per grandi giardini, parchi e viali alberati.
La crescita è abbastanza rapida nei primi anni, e la chioma, con il tempo, assume una forma conica e regolare. La caduta autunnale degli aghi contribuisce a creare un effetto paesaggistico particolarmente suggestivo, rendendola una delle conifere più decorative da inserire in contesti naturalistici.
Significato e valore simbolico
Più che un albero ornamentale, la metasequoia è un simbolo di rinascita e memoria geologica. Il suo ritrovamento, dopo un lungo silenzio durato ere intere, ha rappresentato una scoperta botanica eccezionale, paragonata a quella di un animale preistorico tornato in vita.
Per questo viene spesso definita “fossile vivente”, ma non in senso statico: la sua esistenza ricorda che la natura sa resistere e reinventarsi, anche quando tutto sembra perduto. È una pianta che unisce la maestosità delle grandi conifere alla delicatezza dei suoi cambiamenti stagionali, offrendo ogni anno un ciclo di rinascita visibile e poetico.
Una leggenda vivente nel paesaggio moderno
Oggi la metasequoia è coltivata in tutto il mondo come testimone del passato e speranza per il futuro. La sua silhouette elegante e la chioma che cambia colore la rendono perfetta per parchi, giardini pubblici e aree verdi dove si desidera un effetto scenografico e allo stesso tempo simbolico. È una pianta che invita alla contemplazione, capace di ricordare quanto la vita sulla Terra sia antica, fragile e meravigliosamente tenace.





