L’areale della Roverella è molto esteso. È comune negli ambienti collinare e montano inferiore, dove forma boschi puri o misti con cerro, carpinella, orniello e acero campestre.
È una pianta molto frugale, si adatta a terreni calcarei, argillosi, aridi, rocciosi e si presta per colonizzare ambienti denudati. Eliofila, sensibile al gelo, è tra le querce una delle piú adattabili a condizioni di aridità.
La roverella produce legname resistente, simile a quello della farnia, ma piú irregolare e di meno facile lavorazione ed è usato soprattutto come combustibile.Si differenzia dalla rovere(più rara),a parità di dimensioni delle foglie ,per la peluria presente sul dorso di queste.
La Roverella, conosciuta scientificamente come Quercus pubescens Willd., è una delle querce più diffuse in Italia e nell’area mediterranea. Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Fagaceae, strettamente imparentata con altre specie di quercia, ma caratterizzata da alcune peculiarità che la rendono facilmente riconoscibile. È un albero che rappresenta molto bene il paesaggio collinare e sub-montano del nostro Paese, tanto da essere considerato una componente fondamentale della vegetazione spontanea e dei boschi termofili.
Dal punto di vista morfologico, la Roverella è un albero di dimensioni medio-grandi: in condizioni favorevoli può raggiungere i 20-25 metri di altezza, anche se spesso si presenta come un esemplare di portamento irregolare, con chioma ampia e ramificata. Una delle caratteristiche più distintive è la presenza di una sottile peluria che ricopre i giovani rametti e la pagina inferiore delle foglie; proprio da questa particolarità deriva l’aggettivo “pubescens” del nome scientifico. Le foglie hanno forma variabile, ma in genere sono lobate, con margini irregolari e consistenza piuttosto coriacea.
Il tronco della Roverella è robusto e rivestito da una corteccia grigio-bruna che, con l’età, tende a fessurarsi profondamente, conferendo all’albero un aspetto austero e monumentale. I fiori sono poco appariscenti: i maschili sono raccolti in amenti penduli, mentre i femminili, più discreti, danno origine alle tipiche ghiande, frutti che maturano in autunno e rappresentano una risorsa alimentare importante per numerosi animali selvatici.
Dal punto di vista ecologico, la Quercus pubescens è una specie rustica e adattabile. Predilige i terreni calcarei e ben drenati e resiste molto bene alla siccità estiva, caratteristica che le consente di colonizzare ambienti aridi e soleggiati, dove altre specie arboree avrebbero maggiori difficoltà a sopravvivere. È meno tollerante invece ai ristagni idrici e ai suoli troppo compatti. Grazie alla sua resistenza e alla longevità, può vivere diversi secoli, diventando un elemento stabile e duraturo del paesaggio.
La Roverella non ha soltanto un valore naturalistico: è stata infatti utilizzata dall’uomo per secoli. Il suo legno, duro e resistente, è stato impiegato nell’edilizia, nella costruzione di attrezzi e come combustibile, grazie all’elevato potere calorifico. Inoltre, la sua presenza ha contribuito a modellare i sistemi agro-silvo-pastorali tradizionali, nei quali veniva spesso mantenuta come pianta da ombra o come risorsa per la produzione di ghiande, utili per l’alimentazione del bestiame.
Dal punto di vista culturale e paesaggistico, la Roverella è una pianta simbolo dei boschi mediterranei e submediterranei. La sua capacità di resistere alla siccità la rende una specie particolarmente importante anche in relazione ai cambiamenti climatici, poiché potrebbe svolgere un ruolo chiave nella conservazione della biodiversità e nella stabilità degli ecosistemi forestali del futuro.
In conclusione, la Quercus pubescens è un albero che unisce robustezza e adattabilità, bellezza e utilità, natura e cultura. Preservarne la presenza nei nostri paesaggi significa non solo mantenere viva una tradizione ecologica millenaria, ma anche garantire continuità e resilienza agli ambienti in cui viviamo.
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