CYCADACEAE
Sono le piante legnose più antiche dei nostro pianeta. Largamente diffuse e diversificate nel Mesozoico (fra 230 e 80 milioni di anni fa), sono sopraggiunte al nostri giorni in non più di una ventina di specie tipiche delle regioni calde tropicali.; presentano una caratteristica silhouette di palma, con le foglie lunghe, pennate, in ciuffo all'apice di un fusto generalmente tozzo e tarchiato. La primitività di questi alberelli si manifesta nel loro meccanismo riproduttivo, condiviso solo dal ginkgo biloba: i granuli di polline liberano cellule maschili provviste di ciglia vibratili che nuotano in una secrezione zuccherina per poi raggiungere l'ovulo e fecondarlo. La famiglia comprende il solo genere Cycas, presente in Madagascar, dall'India al Giappone, in Malesia, Australia e Polinesia.
In Italia è coltivato in terra solo nelle zone più calde.
GYNKGOOACEAE
Le Ginkgoaceae, comparse sul nostro pianeta circa 250 milioni di anni fa ebbero il loro massimo sviluppo nell'era Mesozoica (150 milioni di anni fa) e si andarono poi riducendo nel Cretacico, quando incominciarono ad affermarsi le Angiosperme. Di quel grande gruppo di piante di cui si conoscono almeno sei generi allo stato fossile, oggi rimane una sola specie : il Gingko biloba originario della Cina. Proprio per sottolineare questa peculiarità, nell'Ottocento il famoso naturalista inglese Charles Darwin defini la ginkgo un "fossile vivente".
ARAUCARIACEAE
Le Araucariacee sono ritenute dai botanici le conifere più primitive. Possiedono infatti un insieme di caratteri morfologici e biologici che le avvicinano agli antenati comuni a tutto il gruppo. I coni di questa famiglia, specialmente quelli femminili, richiamano certi generi fossili come Lebachia e Voltzia vissuti non meno di 150 milioni di anni fa (nel Mesozoico). Oggi le Araucariacee comprendono due soli generi provenienti da zone del Pacifico australe: Agathis, con almeno 13 specie, e Araucaria, con circa 18 specie.
TAXODIACEAE
Alberi resinosi, monoici, non lontani parenti dei cipressi, con foglie però sempre aghiformi.
Producono coni femminili che maturando possono sia assumere il tipico aspetto di pigna, sia trasformarsi in galbuli, dove ogni squama è fusa con la rispettiva brattea in una struttura legnosa.
I semi, numerosi, occupano le cavità interne delimitate dai peduncoli delle stesse squame. La famiglia, di antica ascendenza, comprende attualmente 9 generi, tutti dell'emisfero settentrionale e in prevalenza di clima temperato: Athrotaxis, Cunninghamia, Taiwania, Cryptomeria, Sequoiadendron, Sequoia; Metasequoia, Glyptostrobus, Taxodium.
L' ultimo scoperto in ordine di tempo è Melasequoia (con la sola specie M. glyptostroboides) che, fino al 1948, era noto esclusivamente allo stato fossile.
Le foglie sono persistenti in Sequoia e Cryptomeria, caduche in Taxodium e Metasequoia.
CEPHALOTAXACEAE
Le piante appartenenti alla famiglia delle Cefalotaxaceae sono a portamento arboreo o arbustivo, con foglie aghiformi, appiattite e persistenti (sempreverdi). Si tratta di piante, generalmente dioiche, cioè con strutture riproduttive separate e poste su piante diverse.
I microsporoffili costituiscono le strutture riproduttive maschili e sono riuniti in piccoli coni raggruppati lungo i rametti nella parte inferiore, sotto alle foglie, oppure sono riuniti in pseudoamenti. I macrosporofilli costituiscono le strutture riproduttive femminili e sono posti a coppie, con due ovuli ognuno, alla base dei rami.Dopo la fecondazione, dai macrosporofilli si formano delle specie di frutti simili alla "pseudodrupa" del Gin kgo biloba; si tratta di una modificazione del seme.Le piante appartenemi a questa famiglia sono originarie delle regioni asiatiche (Cina, Giappone), sono coltivate e diffuse anche nelle nostre regioni a scopo ornamentale.
CUPRESSACEAE
Alberi e arbusti sia svettanti e maestosi che prostrati e striscianti, dotati di canali resiniferi, con foglie aghiformi o lesiniformi nelle giovani pianticelle, generalmente squamiformi in quelle adulte.
Le foglie squamiformi contraddistinguono in modo inequivocabile le Cupressacee dalle Pinacee e dalle Taxodiacee, anche se taluni ginepri presentano foglie lesiniformi; queste però sono uniche per essere disposte in verticilli di 3, ognuno ruotato di 60° rispetto al precedente.
Gran parte delle Cupressaceae è monoica, ma non mancano specie dioiche; i fiori consistono in coni unisessuali prodotti al termine dei rametti; quelli femminili, formati da poche squame, dopo l'impollinazione si trasformano in galbuli contenenti piccoli semi angolosi e spesso appiattiti, facilmente dispersi dal vento al termine della maturazione (1-2 anni).
Fanno parte delle Cupressacee 113 specie suddivise in 17 generi, metà dei quali diffusa nell'emisfero settentrionale e metà a sud dell'Equatore; il più numeroso è il genere Juniperus che conta 50 specie, seguito da Cupressus con 13 specie.
PINACEAE
Questa famiglia di antiche origini( presente oltre 150 milioni di anni fa con i paleogeneri Pseudoaraucaria e Pityostrobus), comprende oggi 213 specie diffuse in tutto l'emisfero settentrionale e riunite in 11 generi (Cedrus, Abies, Pseudolarix, Keteleeria, Nothotsuga, Tsuga, Cathaya, Pseudotsuga, Larix, Picea, Pinus). Sono alberi resinosi, spesso molto longevi, raramente arbusti, quasi tutti sempreverdi, monoici, con foglie aghiformi e fori unisessuali (coni), Questi ultimi sono strutture ovoldali, globose, oblunghe o cilindriche formate da squame strettamente appressate e inserite a spirale lungo un asse (rachide). Nei coni maschili ogni squama porta sulla faccia inferiore due sacche polliniche entro le quali matura il polline, mentre in quelli femminili la faccia superiore ospita una coppia di ovuli. Alla base di queste squame ovulari è presente un'appendice più o meno sporgente, la brattea.
Il frutto è il cono femminile ingrossato e lignificato (pigna) contenente i semi.
Di seguito si riporta la "chiave" dei generi qui trattati.
- Gen. Pinus (Pini): foglie persistenti, aghiformi, inserite a gruppi di 2-3 o 5 sui macroblasti. Pigne sessili o peduncolate che a maturità si staccano integre.
- Gen, Picea (Abeti): foglie persistenti, aghiformi, inserite singolarmente sui macroblasto. Pigne, con portamento pendulo a maturitá che si staccano integre senza il disarticolarsi delle squame,
- Gen. Abies (Abeti): foglie persistenti, aghiformi, inserite singolarmente sul macroblasto. Pigne erette che a maturità si sfaldano disarticolando le squame dall'asse centrale(rachide).
- Gen. Larix (Lanci): piante a foglie caduche, aghiformi, molto tenere, inserite a gruppi (ciuffi) di 20-40 su corti rametti (brachiblasti). Le pigne sono piccole ed erette, non legnose, persistenti sui rami. Si staccano, integre, solo dopo un certo periodo di tempo dalla maturità.
- Gen. Cedrus (Cedri): pianto a foglie persistenti, agiufomi, coriacee, inserite, a gruppi (30-40) su corti rametti (brachiblasti) . Le pigne sono generalmente ovoidali ed appiattite all'apice (leggermente infossato). A maturità di desquamano sfaldandosi.
TAXACEAE
I componenti di questa famiglia sono sempre facilmente riconoscibili per le caratteristiche foglie ad ago appiattito, verde cupo sopra, chiaro sotto, acute all'apice e ordinatamente disposte in due file laterali . Sono alberi o alberelli a lenta crescita, poco o per nulla resinosi, molto longevi, dal legno estremamente elastico e tenace. Caratteristico è il cono femminile, cosi profondamente modificato e semplificato da sembrare piuttosto la bacca o la drupa di un'angiosperma; quando è maturo presenta infatti un solo seme avvolto in parte o completamente da un arillo carnoso, succoso e zuccherino, di un colore rosso vivo, un irresistibile richiamo per gli uccelli disseminatori. Questo arillo non è altro che lo strato più esterno opportunamente trasformato dell'involucro del seme, mentre delle squame originali dei cono non resta che qualche minuta traccia riconoscibile a stento alla base dei fiore femminile. Alle Taxaceae appartengono solo 4 generi, uno dei quali è endemico della Nuova Caledonia (Austrotaxus spicata); gli altri, diffusi con una quindicina di specie nell'emisfero settentrionale, sono Pseudotaxus, Taxus e Torreya. In Italia è presente coltivato e anche selvatico il gen. Taxus.