nocciolo, avellana Corylus avellana L.
Corylaceae
Foglie : decidue, semplici, obovate, margine dentato
Fiori : infiorescenze unisessuali, le masch. in amenti penduli che si formano in autunno, e sono già presenti prima della fogliazione. Le inf.femm. somigliano a una gemma di piccole dimensioni
Frutti : noce avvolta da brattee da cui si libera a maturazione
Port. : cespuglio o albero di 5-7 m
Il nome dei genere deriva dal greco kóris, elmo, per la forma dell'involucro membranoso che ricopre il frutto e avellana in quanto diffuso, fin da epoca remota, nella zona di Avellino. Il nocciolo è pianta molto comune dalla zona mediterranea a quella montana, dove si spinge fino a 1200 m. Partecipa alla costituzione di boschi misti di latifoglie, prestandosi bene anche alla colonizzazione di suoli denudati e franosi. Molto frugale, si adatta a substrati diversi, pur preferendo terreni calcarei, fertili, profondi. E' coltivato come pianta da frutto in numerose regioni; i frutti (nocciole) hanno seme edule, ricco di olio, che è usato nell' alimentazione, nell'industria dei colori e in profumeria. Il legno biancastro, di qualità mediocre e ridotte dimensioni è impiegato soprattutto per pali, botti, o come combustibile per produrre carbone. Pianta a fioritura molto precoce, viene visitata dalle api che ne raccolgono il polline. Vengono coltivate numerose varietà da frutto e ornamentali: tra queste ultime sono notevoli la var. pendula, la var. contorta, a portamento tortuoso, e la var. fusco-rubra, a foglie porporine.